Lola fa visita al suo padrone in carcere
il Tirreno — 15 luglio 2008 pagina 13 sezione: TOSCANA
LIVORNO. Soffriva Lola, soffriva terribilmente senza il suo padrone. Troppi mesi senza vederlo, lei abituata a stare sempre con lui. Col suo pelo marroncino e gli occhioni neri, la boxer di 11 anni, era distrutta dalla nostalgia: D.M., 41 anni, da gennaio è detenuto nel carcere delle Sughere di Livorno. E la cagnetta era depressa. Non mangiava più, era triste. Finché, ieri mattina ha rivisto dopo mesi il suo padrone in carcere. A richiedere l’incontro per il bene del cane, è stato lo stesso veterinario: all’inizio dell’anno, subito dopo le prime settimane di distacco, Lola diventava sempre più triste e inconsolabile. E così lo specialista le ha diagnosticato una depressione dovuta alla nostalgia del suo padrone: l’unico modo per consolare la cagnetta era portarla da lui e farle trascorrere un po’ di tempo insieme al suo amico. E infatti, l’analisi del veterinario s’è rivelata azzeccata. Già in primavera c’era stato un primo “dialogo” che però non era stato risolutivo. Ieri invece, quando alle 9.30, nell’area verde delle Sughere, Lola ha visto il suo padrone, ha iniziato a correre all’impazzata fino a saltargli addosso.
Lui s’è sdraiato per terra e lei, che non stava in sé dalla gioia, gli faceva le feste leccandolo e accarezzandolo. «Ci voleva la cinepresa! - esclama la mamma del detenuto, che era presente all’incontro insieme a un altro parente - Sembravano babbo e figliola: lei abbaiava entusiasta mentre lui aveva le lacrime agli occhi». I due si sono coccolati, «quasi parlavano!». Si guardavano affettuosamente e per un’ora la triste Lola ha ritrovato la gioia. Il tutto sotto lo sguardo attento degli agenti di polizia penitenziaria che assistevano contenti all’evento. Quello tra Lola e il detenuto è stato un vero e proprio colloquio, durato un’ora, come da regolamento, e avvenuto nel giardino del carcere anziché nelle stanze interne, proprio per dar modo all’animale di avere più spazio a disposizione per esprimere al meglio tutto il suo entusiasmo. Un incontro incoraggiato dalla stessa direttrice del carcere, che non ha esitato ad autorizzare la visita. Un rapporto speciale quello tra Lola e il quarantunenne. Da quando è nata, lei è sempre stata a casa all’Ardenza ed è quindi considerata “una di famiglia”. Per 11 anni è stata sempre insieme al suo padrone, proprio per questo il distacco è parso insopportabile alla cagnetta. «Era giù, si sentiva abbandonata - racconta il cugino del detenuto - Lola è affettuosa, buona e supervivace, nonostante l’età, le manca solo la parola. Ma da quando lui è in carcere, stava male, si vedeva che soffriva. Disappetenza, sguardo spento, era un altro cane». Una nostalgia che ha colpito anche il padrone, che in ogni lettera dal carcere alla famiglia non manca di mandare un saluto speciale alla sua cagnetta. «Non c’è una volta che non mi chieda di lei - dice la madre del detenuto - “Stringimi Lola, baciami Lola, dille che m’aspetti, che non l’ho abbandonata”. Quando leggo quelle parole così tenere mi viene da piangere...». Ma non c’è dubbio, Lola aspetterà. - Lara Loreti
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